Manager di Rete e Temporary Manager

QUALI LE DIFFERENZE

Livio Lavelli | ll consulting | 16 maggio 2014

Premessa

In un mondo del lavoro dove ogni giorno appare un nuovo titolo che avrebbe l’intenzione di definire una figura professionale, mi sembra perlomeno corretto per l’acquisitore di servizi, conoscere cosa sta acqusitando.

Tra le tante figure professionali ne ho scelte due che in verità non sono una novità, ma che penso meritino quantomeno una collocazione; sono contrario nel mondo professionale a parlare di definizioni.

Le due professioni scelte sono quelle del Temporary Manager e del Network Manager (Manager di reti di Imprese).

Quali sono le competenze, le attività, le responsabilità e gli obiettivi che li differenziano?

Può un Temporary Manager essere un Network Manager e viceversa?

Cerchiamo nell’articolo di dare risposte a queste domande.

 

 

Perché il cliente ha bisogno di un professionista esterno?

E’ una domanda che mi sono fatto spesso, un cliente che ha una sua organizzazione con i suoi manager con una sua cultura interna perché deve sentire il bisogno di appoggiarsi ad un professionista esterno? Qual è la motivazione profonda che lo porta a credere che tutto ciò sia necessario?

Questa domanda non scaturisce solo da una curiosità comportamentale, ma si rende fondamentale quando un professionista si mette sul mercato. Chi di voi almeno una volta non si è fatta questa domanda?

La risposta che mi sono dato non vuole avere la presunzione di essere un dogma, ma è semplicemente quanto ho osservato in anni di attività e di analisi che rimetto al parere del lettore.

Un cliente sente la necessità di avvalersi di un professionista esterno quando:

  1. È in difficoltà tali che le competenze interne non riescono a risolvere
  2. È in un cambio generazionale e non si fida della generazione che deve prendere il comando
  3. Sente la necessità di innovazione, ma non ha al suo interno competenze per avviarla
  4. Vuole sviluppare mercati anche internazionali ma non crede di averne le capacità…

 

Potremo trovare molte altre motivazioni, ma tutte si riassumono in una necessità impellente e non ulteriormente differibile che costringe ad azioni immediate di cui non si ha ne competenza ne conoscenza per poterle definire e dare loro un obiettivo.

Questa è la motivazione principale che muove un cliente a pensare che sia giunto il momento di porre in mani esterne alcune decisioni. Questa scelta del cliente, si badi bene, è in qualche modo imposta e questo va tenuto estremamente conto nella creazione iniziale del rapporto fiduciario.

 

Ora nel caso specifico dell’articolo ci poniamo all’interno di due figure professionali specifiche: Temporary Manager e Manager di Rete. Vediamo le caratteristiche fondamentali.

Caratteristiche fondamentali delle due figure manageriali

Il Temporary Manager ha una forte connotazione verticale dei propri skill anche se non è privo dei necessari soft skill per poter calare la propria professionalità  all’interno dell’azienda. Principalmente un’azienda sceglie le figura del Temporary Manager per risolvere una situazione o per un progetto di durata limitata nel tempo. Dove concluso il progetto o risolta la situazione il contratto si chiude.

E’ un impegno richiesto quindi dalla singola azienda e ultimamente viene utilizzato dalle imprese che reputano che la professionalità del manager possa essere adottata per periodi di tempo con un risparmio di costi notevoli rispetto all’assunzione a tempo indeterminato.

Molte volte il Temporary Manager assume le funzioni di coaching di una persona scelta per assumere le responsabilità di management e questo si configura soprattutto nei cambi generazionali, dove la vecchia generazione, che si è sottratta per vari motivi all’introduzione e al training della nuova generazione nel tempo, accorgendosi delle ovvie lacune pensa di utilizzare una strada più breve che è quella di un Temporary Manager in affiancamento.

In sintesi il Temporary Manager è quel professionista chiesto dall’imprenditore per un periodo di tempo definito che ha il ruolo e l’obiettivo di risolvere una predica situazione.

Il Network Manager o Manager di rete non lavora per un singolo imprenditore, questo è già per se una forte discrepanza. Avendo più interlocutori e dovendo lavorare creando nella prima fase i presupposti per una collaborazione paritetica alleviando se non eliminando gli iniziali e inevitabili contrasti è ovvio che deve avere tra i suoi skill anche una capacità di mediazione.

In più il Manager di rete è legato principalmente ad un progetto condiviso da più imprese quindi deve avere nel suo bagaglio di competenze almeno:

  • La gestione dell’elaborazione di un contratto iniziale.
  • La gestione di processi interaziendali
  • Una forte focalizzazione all’obiettivo finale
  • La gestione di un’equilibrata revenue sharing
  • La valutazione e la distribuzione dei necessari investimenti (di capitali non solo economico ma anche umano)
  • La distribuzione delle competenze e la gestione di problematiche relative ai copyright

Da questa estrazione delle principali competenze e attività si evince come il Manager di rete abbia al di là di necessari hard skill nella gestione e nell’organizzazione di impresa, anche tutta una serie di soft skill trasversali che gli consentono di capire via vai nella realizzazione di un progetto di rete d’impresa quali sono le problematiche da affrontare e di quali professionisti specializzati dovrà far uso.

 

La durata del suo incarico è mediamente più lunga di quella di un Temporary Manager, considerando che la durata di u progetto di reti di impresa ha una durata media di 3 anni.

 

La tabella che segue riassume un po’ quanto finora detto.

 

 

 

 

Network Manager

Temporary Manager

Hard skill

Alti

Alti

Soft Skill

Ampi e alti

Più focalizzati e medi

Durata

Mediamente 3 anni

Mediamente 1 anno

Interlocutori (Clienti)

Più interlocutori

Un solo interlocutore

Mediazione tra interlocutori

SI

NO

Contratto tra interlocutori

SI

NO

Problemi di cambio generazionale

NO

SI

Innovazione

SI

SI

Capacità di mediazione

Forti

Medie

Gestione revenue sharing paritetica

SI

NO

Distribuzione degli investimenti

SI

NO

Gestione della condivisione delle competenze

SI

NO

 

 

Conclusioni

Si possono notare differenze abbastanza marcate, che portano a concludere che la figura del manager di rete ha una complessità superiore, se non altro perché ha una rete di soggetti che devono sempre aver chiari i concetti di: pariteticità, corretta revenue sharing, condivisione delle competenze, combattendo quell’atavico individualismo e antagonismo concorrenziale che li ha da sempre accompagnati.

Lo sforzo professionale quindi è maggiore in un lasso di tempo più grande, e la figura professionale più completa.

Con questo non si vuole assolutamente denigrare la figura del Temporary Manager che nel suo ruolo ha sicuramente una focalizzazione importante e prende comunque un impegno con un cliente seppur singolo che deve saper affrontare in maniera del tutto professionale.

La differenza e la complessità sta proprio qui nella rete, nel numero di interlocutori che rendono il gioco più complesso ma più affascinante perché condotto da regole di continua mediazione e da obiettivi molto stimolanti di innovazione di processo, organizzazione e prodotto e di internazionalizzazione

Tornano alla domanda inziale si può concludere che avendo una visione più ampia e maggiori Soft Skill un Manager di Rete (Network Manager) non è altro che un Temporary Manager in una situazione di maggior complessità organizzativa e quindi può adattarsi bene anche a fare il Temporary Manager nei suoi Hard Skill. IL viceversa è molto più complesso e personalmente penso sia necessario che migliori i Soft Skill di rete attraverso un corso apposito.

 

A questo proposito indico un corso che per contenuti e modalità di esposizione (e-learning) può essere adatto a molti ed è organizzato dall’Associazione ASSORETIPMI insieme alla Fondazione Marco Biagi.