Si fa presto a parlare di qualità


Qualità un concetto o meglio un modello di gestione nell’azienda che pone la massima attenzione sull’organizzazione e sul prodotto mettendo al centro il cliente finale; ma sappiamo veramente cosa coinvolge questo modello.

Ad un imprenditore poco attento confonde il modello con la certificazione del Sistema di Gestione della Qualità, il fatidico manuale che definisce il modello organizzativo nei suoi processi, nei suoi obiettivi, nei suoi indicatori, nei periodici riesami e infine nelle verifiche ispettive. Tutto ciò è visto semplicemente come un costo di denaro e di tempo ignorando i benefici. Per questo motivo molti degli imprenditori vedono la qualità come un certificato da subire nel caso venga obbligatoriamente richiesto o da evitare se si può farne meno.

Quanto sopra è estremamente riduttivo e comporta una visione assolutamente errata di cosa vuol dire fare qualità. Del resto questo modello non è nato tra le nostre imprese, ma è stato adottato, più semplicemente non era nella nostra cultura aziendale ma lo abbiamo ereditato dall’oriente e più precisamente dal Giappone le cui fabbriche hanno cominciato ad introdurre il concetto di Total Quality Management (TQM).

Volendo pertanto uscire dallo stereotipo del certificato di qualità andiamo ad approfondire meglio anche se sinteticamente tale modello.

Fare qualità: cosa significa.  

Lavorare in qualità in un’azienda significa prendere in considerazione diversi aspetti dell’organizzazione e più precisamente:

  1. L’organizzazione cioè l’insieme delle funzioni in azienda, le loro interazioni e la loro governance.
  2. I processi che definiscono l’interazione tra le funzioni per raggiungere gli obiettivi dell’azienda.
  3. Il mercato o meglio il cliente che è la più importante risorsa dell’azienda, con politiche di Customer Satisfaction.
  4. La gestione del personale che meglio definirei come collaboratori che nelle loro diverse funzioni devono partecipare al miglioramento continuo dei processi e delle attività elementi essenziali del business.
  5. Le forze di marketing e vendita in base ad una valutazione soprattutto della loro efficacia
  6. La gestione degli ordini, dall’arrivo dell’ordine fino alla consegna, valutando inefficienze che protraggono inutilmente il tempo di rilascio di quanto ordinato.
  7. Il ciclo di produzione ricordando che una verifica della qualità dei prodotti finali è inefficace perché crea situazioni di elevati costi di rilavorazione o ancor peggio onerosi scarti. Meglio una gestione della qualità che segue tutte le fasi di produzione con due intenti: migliorare l’efficienza produttiva (ottica Lean) e mantenere sotto controllo la qualità nelle diverse fasi di produzione (ottica Six Sigma).
  8. La manutenzione dei macchinari produttivi attraverso un gestione periodica, pianificata e studiata attraverso l’analisi delle lavorazioni, delle parti soggette a maggior usura, dei fermi macchina necessari per le manutenzioni periodiche, della durata e dell’efficienza degli utensili.
  9. L’approvvigionamento delle risorse per la produzione tenendo in esame un rapporto efficiente ed efficace tra la riduzione dei costi di magazzino e la disponibilità necessaria a tenere costante la produzione.
  10. Il ciclo di vita del prodotto: Progettazione, Produzione, Rilascio, Assistenza, Sostituzione.
  11. Gli strumenti di monitoraggio, cioè quella serie di indicatori chiave che consentono la verifica continua degli obiettivi aziendali e di qualità. Dovendo verificare obiettivi diversi ma integrati è importante che gli indicatori siano realizzati con un’ottica bilanciata (metodologia Balanced Score Card) e tengano conto anche dei fattori critici di successo.  

Questo sintetico elenco, che verrà nei prossimi articoli analizzato punto per punto, è il primo passo per capire quanto il modello di Qualità o meglio di Qualità totale entra in tutte le funzioni e fasi aziendali. Deve essere il metronomo dell’organizzazione che scandisce l’efficienza e l’efficacia di tutti i processi con un fine ben definito la soddisfazione totale del cliente con costi sostenibili e ricavi adeguati.

La qualità non è un modello per le grandi imprese ma uno strumento che ben adeguato alle MPMI consente di introdurre quei miglioramenti necessari per mantenere e migliorare la propria posizione nel mercato. Dimentichiamoci quindi il concetto di certificazione per sposare invece una nuova cultura di fare impresa.

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